Con la sentenza dell’11 settembre 2025 nella causa C-687/23, la Corte di giustizia dell’UE ha affrontato un tema chiave legato alla BRRD (direttiva 2014/59/UE): il destino delle azioni giudiziarie avviate prima dell’avvio di una procedura di risoluzione bancaria.
Secondo la Corte, non vi è incompatibilità tra la BRRD e l’esercizio di diritti nascenti da cause promosse prima della svalutazione totale delle azioni di una banca in risoluzione, anche se riguardano:
la nullità di contratti di sottoscrizione di obbligazioni subordinate convertite in azioni;
la responsabilità per violazione degli obblighi informativi, in base alla normativa MiFID (direttiva 2004/39/CE).
Tali pretese, se anteriori alla svalutazione, possono considerarsi crediti già sorti ai sensi della direttiva, dunque rilevanti anche dopo l’intervento dell’autorità di risoluzione.



