Il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla Direttiva Insolvency III, volta ad armonizzare aspetti chiave delle normative nazionali in materia di insolvenza e ridurre le attuali frammentazioni normative che impongono agli investitori di confrontarsi con fino a 27 regimi differenti, con tempi di recupero dei crediti compresi tra 0,6 e 7 anni e costi giudiziari dallo 0% a oltre il 10%, come evidenziato dal rapporto EBA 2020.
La proposta, presentata dalla Commissione il 7 dicembre 2022 e oggetto della posizione negoziale del Consiglio il 29 novembre 2024, introduce standard minimi comuni su azioni revocatorie, accesso ai registri e tracciamento dei beni tramite sistemi nazionali e interconnessi come BARIS, disciplina armonizzata della procedura pre-pack con trasferimento automatico dei contratti essenziali e garanzie a tutela della libertà contrattuale e dei diritti dei lavoratori, obblighi degli amministratori di presentare istanza di insolvenza entro tre mesi dalla conoscenza della crisi (con possibilità di sospensione in caso di misure equivalenti di tutela), istituzione e funzionamento dei comitati dei creditori con regole comuni per composizione, responsabilità e metodo di lavoro, nonché obblighi di trasparenza per gli Stati membri mediante la pubblicazione sul portale europeo della giustizia elettronica di una scheda informativa sulle caratteristiche del proprio sistema di insolvenza.
L’accordo dovrà essere formalmente approvato da Consiglio e Parlamento, dopo di che gli Stati membri disporranno di due anni e nove mesi per recepire la direttiva nei rispettivi ordinamenti nazionali.
